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Pari opportunità e vecchi modelli duri a morire

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Nel 2024, la Legge sui disabili (LDis) compirà vent’anni. Dopo la verifica dell’attuazione della Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità due anni or sono, il Consiglio federale aveva deciso di procedere a una revisione parziale della legge al fine di rafforzare i diritti delle dirette e dei diretti interessati. Ebbene, il disegno posto in consultazione non è neanche lontanamente sufficiente.

L’intenzione del Consiglio federale è promuovere l’uguaglianza delle persone con disabilità nel mercato del lavoro, garantire loro un accesso privo di barriere ai servizi pubblici, nonché compiere progressi in materia di autodeterminazione nell’abitare e di partecipazione a diversi ambiti di vita, inclusa la politica.

Il disegno di legge posto in consultazione manca completamente questi obiettivi. «In vent’anni, l’attuale legge non ha permesso un’attuazione degna di questo nome della Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità, serve dunque una revisione ben più radicale per raggiungere finalmente l’uguaglianza», ha affermato Manuele Bertoli, co-Presidente di Pro Infirmis.

La legge non mostra la via

A parte l’ambito dei servizi digitali, nel quale il Consiglio federale intende stabilire un benvenuto standard per l’assenza di barriere, la nuova LDis non si stacca dalla vecchia logica secondo la quale la parità deve essere rivendicata. Invece di mostrare la via verso una società inclusiva, si insiste insomma nel voler continuare a percorrere l’accidentato sentiero degli strumenti giuridici contro le discriminazioni.

Neppure per quanto riguarda i trasporti pubblici la revisione parziale prevede una soluzione per affrontare finalmente in modo prioritario, dopo vent’anni, il problema posto da ostacoli e barriere di ogni genere. E, per finire, non vi è traccia delle misure annunciate neanche per i settori abitare e partecipazione, compresa quella politica.

Mancato coinvolgimento

Durante la consultazione, Pro Infirmis e altre organizzazioni si impegneranno affinché la revisione parziale integri altri elementi basilari. Resta l’amarezza per non essere stati coinvolti sin dall’inizio nel processo.

 

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