
Nel suo recente rapporto sulle misure di sostegno all’autonomia abitativa per le persone con disabilità, il Controllo federale delle finanze (CDF) mette in evidenza gravi lacune del sistema. Per Pro Infirmis, si tratta della conferma di problemi noti da tempo: mancanza di strategia, sostegno insufficiente, troppi ostacoli burocratici.
Nella sua analisi, il Controllo federale delle finanze (CDF) è giunto alla conclusione che in Svizzera non vi è una strategia coordinata per l’autonomia abitativa. Il complesso sistema esistente di prestazioni erogate da Confederazione, Cantoni e assicurazioni sociali è difficilmente comprensibile e spesso inaccessibile per le dirette e i diretti interessati.
Il fatto che una persona riceva sostegno a domicilio dipende da molteplici fattori: il Cantone di domicilio, il fabbisogno di cure, il reddito o il patrimonio. Queste differenze generano una disuguaglianza sistematica di trattamento e complicano l’accesso alle prestazioni da parte di gruppi particolarmente vulnerabili.
Contributo per l’assistenza: molto potenziale, ma difficilmente utilizzabile
Il contributo per l’assistenza potrebbe essere uno strumento molto utile per il promovimento dell’autodeterminazione. Tuttavia, nella pratica i notevoli ostacoli amministrativi e l’incompatibilità con prestazioni cantonali rendono difficile usufruirne.
Secondo il CDF, il contributo per l’assistenza dovrebbe essere semplificato per renderlo più accessibile e ridurre l’onere amministrativo. Seraina Cheblak, esperta in materia presso Pro Infirmis, è stata interpellata per la redazione del rapporto. «Constatiamo sovente che, a causa degli ostacoli burocratici, della complessità dei processi per il coordinamento delle singole prestazioni e delle sfide legate all’attuazione del contributo per l’assistenza, le persone con disabilità faticano a ricevere o non ricevono del tutto il sostegno previsto. Urge uniformare la procedura tra Confederazione e Cantoni.»
Manca un confronto con le istituzioni
Per Pro Infirmis, il Parlamento dovrebbe finalmente consentire l’assunzione di familiari nel campo dell’assistenza – un tema al momento trattato dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale – e aumentare le tariffe orarie per l’assistenza. Ciò migliorerebbe ed estenderebbe il contributo per l’assistenza, e creerebbe una transizione tra la vita abitativa indipendente e quella in istituto.
«Nel rapporto del CDF si parla poco dei costi dell’alloggio in istituto», spiega Amir Brunner, responsabile del servizio giuridico di Pro Infirmis. «La menzione della mancanza di trasparenza è importante, ma è altrettanto fondamentale un rafforzamento del modello di assistenza basato sulle risorse.»
La politica ora deve reagire
Nel mese di giugno 2025, il Consiglio federale ha presentato il suo controprogetto all’iniziativa per l’inclusione. Dal punto di vista di Pro Infirmis, ciò che esso propone non è sufficiente per ottenere un vero miglioramento e non vi vengono affrontati i problemi citati.
In occasione dell’Assemblea delle delegate e dei delegati di Inclusion Handicap di luglio 2025, la Consigliera federale Baume-Schneider ha confermato che nella consultazione si terrà conto delle conclusioni del rapporto del CDF. Pro Infirmis chiede che ci si impegni a migliorare concretamente le prestazioni di assistenza.